LUNGHE ESPOSIZIONI SU CAVALLETTO
Dicevamo prima
dell'altra possibilità che chi voglia fotografare a luce ambiente ha, quella cioè di
usare il cavalletto anche con pellicole poco sensibili, da 100 o 200 Iso (o persino
da 50 iso), al fine di aumentare di quanto necessario la lunghezza del tempo di posa e
quindi la quantità di luce che va a colpire la pellicola al momento dello scatto. E'
questo il metodo preferito da molti professionisti, specie quelli che lavorano per le
riviste illustrate che di solito usano pellicole poco sensibili ( 50/65 Iso) per avere una
perfetta riproduzione anche a fortissimi ingrandimenti. Cosi invece di
scattare, tanto per fare un esempio, ad 1/125, 1/60 o 1/30 si useranno tempi
dellordine dei 30 secondi, 45 secondi, 1 minuto, 2 minuti o anche più,
secondo la maggiore o minore luminosità della scena.
Questo accorgimento riesce
ovviamente quando abbiamo a che fare con soggetti statici, quali panorami, strade, edifici
o simili. Ma anche, in modo più limitato, se si fotografano persone a condizione
che esse rimangano ferme. In pratica, tenendo fissata sul cavalletto la macchina
fotografica e lasciando aperto l'otturatore per un tempo molto più lungo del solito, si
fa in modo che la quantità di luce che va a colpire la pellicola si moltiplichi,
ottenendo lo stesso effetto di una scena luminosa. Lunico neo è il cosiddetto
difetto di reciprocità, che consiste nel fatto che più aumenta la lunghezza del tempo di
posa più i colori vengono falsati, sia pure leggermente, slittando in particolare verso
tonalità giallo-verdi. Questo difetto è più evidente sulle diapositive perché per le
normali negative esso viene di solito ben compensato al momento della stampa su carta.
Tuttavia nelle pellicole moderne per tempi fino a 4 - 5 minuti primi, il difetto di
reciprocità non è tale da dare eccessive preoccupazioni e la tecnologia di costruzione
delle pellicole sta facendo sempre meglio per correggere questi indesiderati slittamenti
di colore.
COME CALCOLARE
L'ESPOSIZIONE
Ma in pratica come si fa in questi
casi a calcolare lesposizione corretta? Ci si può certamente affidare
allesposimetro della fotocamera fino a tempi dell'ordine di ¼ di secondo, ½
eccetera. In genere gli automatismi funzionano bene fino al tempo massimo di 1 minuto,
quindi se non avete molta esperienza affidatevi pure ad essi, magari adottando la
tecnica dell'esposizione a forcella (o bracketing) che consiste nel variare di uno o due
valori in più o in meno, l'esposizione, scattando non una ma tre o quattro foto con
esposizioni diverse. Meglio certo sarebbe saper calcolare l'esposizione senza l'ausilio
dell'esposimetro perché così si è anche in grado di 'regolare' il risultato
finale sulla pellicola.
E se la luce non è comunque sufficiente perché i dati dell'esposimetro siano
attendibili? Beh allora si deve ricorrere alla cosiddetta posa B, sempre che la macchina
fotografica ne sia dotata. Impostandola, lotturatore rimarrà aperto per
lintero tempo in cui si terrà premuto il bottone di scatto.
In pratica è lo stesso metodo che
usavano i primi fotografi quando toglievano e rimettevano il tappo davanti all'obiettivo,
facendo stare immobili i loro soggetti. La maggior parte delle macchine non reflex
purtroppo non dispone della posa B ed in questo caso lunica soluzione sarà
quella di ricorrere a pellicole più sensibili e, se necessario, anche tirare
la pellicola.
Se si dispone della preziosa posa B (presente su quasi tutte le reflex) in genere ci si
puo regolare anche a occhio. Si fa una serie di prove con pose variabili; mettiamo
ad esempio: 30 secondi (si conta lentamente fino a trenta), un minuto (si conta lentamente
fino a 60), un minuto e mezzo ( si conta lentamente fino a 90) e così via. Essere troppo
precisi in questi casi non è necessario, quindi non vi preoccupate di un secondo in più
o in meno. Poi si sceglie ovviamente la fotografia migliore. Lesperienza insegna in
questi casi più che in altri, ma per non andare proprio alla cieca, abbiamo
elaborato per voi una preziosa tabellina (CLICCARE
QUI) che vi consigliamo di stampare e conservare nella
vostra borsa fotografica. Sarà un ottimo punto di partenza per regolarvi e poi imparerete
da soli provando e riprovando di quanto dovrà essere lunga lesposizione nelle varie
situazioni.
CAVALLETTO E
SCATTO FLESSIBILE
Ovviamente la fotocamera, nel
periodo di apertura dellesposimetro, dovrà restare perfettamente ferma, pena
fotografie mosse di dubbio valore artistico. Ciò significa che, oltre che disporre di un
cavalletto che non traballa (diffidate di quelli troppo leggeri) bisognerà usare uno
scatto flessibile perché i movimenti del dito, con cui terrete premuto il bottone di
scatto nel corso della lunga posa, sarebbero inevitabilmente tramessi alla fotocamera con
conseguenti immagini mosse. Gli scatti flessibili che possono essere elettrici (per le
macchine moderne) o meccanici li potrete trovare presso il vostro fotografo o meglio
presso un grossista di articoli fotografici. E se non avete lo scatto flessibile? Allora
si può usare l'autoscatto, facendo sempre in modo di non toccare la macchina al momento
in cui la foto viene ripresa.
CAPITOLO A
PARTE: LE FOTOCAMERE DIGITALI
Come dicevo
all'inizio la presenza nelle digitali di un elemento sensibile elettronico al posto della
pellicola determina una maggiore difficoltà nello sfruttare la poca luce presente quando
la scena non è bene illuminata.
Praticamente tutte le fotocamere digitali moderne hanno la possibilità di
impostare i valori ISO per regolare con quale sensibilità si fotografa, 'imitando' la
misura della sensibilità delle pellicole. Così quando la luce è sufficiente la foto
può essere ripresa con la fotocamera regolata a 50 o 100 iso. In tal caso l'immagine
sarà nitida e senza 'grana'. Ricordiamo che 100 Iso è il valore di default sul quale
sono regolate in partenza (quasi) tutte le fotocamere.
I problemi cominciano quando c'è poca luce. In tal caso si dovrà regolare
inevitabilmente la macchina fotografica (a meno che non abbia un obiettivo molto molto
luminoso) a 400, 800 o anche 1600 ISO, ottenendo, nel caso delle fotocamere digitali,
fotografie molto meno nitide e molto più granulose di quelle riprese da macchine
tradizionali con pellicole di corrispondente sensibilità.
Nelle digitali
accade infatti che, quando si seleziona una sensibilità alta, entrano in azione appositi
circuiti elettronici che amplificano i segnali provenienti dall'elemento sensibile per
fare in modo che l'immagine possa essere riprodotta in modo sufficientemente luminoso.
Purtroppo così facendo nell'immagine finiscono anche alcuni segnali di disturbo che si
creano sempre quando un circuito elettronico viene amplificato. E' quello che si definisce
il 'rumore di fondo' (o semplicemente rumore) un disturbo che finisce
inevitabilmente per rovinare la foto ripresa.
Le più recenti reflex digitali però sono avvantaggiate: dato il sensore
generalmente più grande l'immagine comincia a deteriorarsi solo a 1600 o addirittura a
3200 ISO. Nelle compatte invece a 400 ISO o tuttalpiù ad 800 l'immagine appare già molto
granulosa e sfocata.
Allora che fare?
L'unica alternativa all'aumento della sensibilità è anche qui l'uso del cavalletto.
Basterà fissare la fotocamera su cavalletto e, lasciando la sensibilità a 100 ISO,
impostare la macchina fotografica con un programma adeguato o, se l'apparecchio lo
consente, manualmente con un tempo lungo (seguite le stesse indicazioni riportate qui
sopra per le macchine a pellicola).
La luce verrà amplificata allungando di molto il tempo di apertura
dell'otturatore. Quasi sempre dovrete ricorrere agli automatismi o, alla meglio, a
regolazioni semiautomatiche, in quanto le digitali, per loro stessa natura, non hanno
quasi mai la posa B (bulb), quella che consente di tenere aperto l'otturatore per tutto il
tempo che si vuole.
Soltanto alcune reflex ne sono dotate e questa possibilità è ottenuta con
l'ausilio di sofisticati circuiti elettronici che consentono di non far rovinare
l'elemento sensibile e di non farlo riscaldare oltre misura quando viene sottoposto ad
esposizioni prolungate.
Una nota positiva è che, nella generalità dei casi, le fotocamere digitali
sono più leggere delle macchine fotografiche tradizionali e possono quindi essere poste
su cavalletti più piccoli che sono quindi molto più facilmente trasportabili.
IN CONCLUSIONE
Se riuscirete ad
essere padroni della tecnica, fotografare a luce ambiente vi darà immagini affascinanti e
a volte incredibili. Potrete fotografare anche di notte (bellissimi i paesaggi sotto la
luce della Luna, come quello riportato in questa pagina di Ansel Adams) o in qualsiasi
altra condizione di luce, semplicemente calcolando adeguatamente la lunghezza del tempo di
posa. Panorami e immagini di grande fascino saranno alla vostra portata e non ci saranno
più limiti alla vostra creatività. E... dimenticherete di possedere il flash!