I Maestri della fotografia
Mario Giacomelli: l'immagine nella mente
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"Per me non è importante la foto singola- scriveva Giacomelli parlando della sua vocazione per la fotografia - ma la serie, il racconto. Ciò che conta è quel che nasce nella mia mente. Quasi sempre mi capita di vedere le foto prima di farle. Anche la serie dei pretini è nata dal mio interesse per la gente umile, povera. Loro erano tutti figli di contadini. Mi attirava quella situazione, mi attiravano le sottane lunghe. Così come, fotograficamente, il nero mi attira, il bianco mi attira. (...) A volte la vita è così, cè un caso cui neanche pensiamo. Per me, prima nascono le foto e poi, magari, trovo una poesia adatta". Nato a Senigallia nel 1925 a 13 anni Mario
Giacomelli comincia a lavorare in una tipografia, affascinato dalle infinite possibilità
di comporre parole e immagini offerte dalla stampa. Nello stesso periodo, comincia a
dipingere, si appassiona di corse automobilistiche e scrive poesie. Nel 1954 acquista la
sua prima macchina fotografica. Tra il 1954 e il 1957 partecipa a numerosi concorsi
fotografici in Italia. Dopo avere completato la sua prima serie "Vita
dospizio", comincia una serie di nudi femminili e maschili che abbandona negli
anni Sessanta. Dalla fine degli anni Settanta, caratterizzati da un sempre crescente legame tra fotografia, arte astratta e poesia, Giacomelli attraversa un periodo di analisi e approfondimento della propria attività artistica. Nascono così le serie "Caroline Branson", dallAntologia di Spoon River di Edgar Lee Master, del 1971-73; "Il teatro della neve" (1984-86), "Ninna Nanna" (1985-87), "Linfinito" (1986-88); "A Silvia"(1987-88); "Felicità raggiunta, si cammina ....." (1986-92), "Passato" (1988-90); "Io sono nessuno" (1992-94) e "La Notte lava la mente" (1994-95), 28 opere a commento della poesia di Mario Luzi, fino ad arrivare al lavoro più recente, "La Mia Vita Intera", 30 gelatin silver print stampate dallautore nellanno 2000 come commento alla poesia di Jorge Luis Borges. |
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