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Arnold Newman: Il suo più famoso ritratto - una vera e propria icona della fotografia del Novecento - scattato a New York nel 1946, è quello del compositore e direttore d'orchestra Igor Stravinsky. Stravinsky, seduto, nell'angolo sinistro inferiore della fotografia, occupa uno spazio limitato rispetto al grande coperchio di un pianoforte a coda. In questa composizione, di fatto musicale, Newman ha collocato il compositore come un "dettaglio" di un grande spazio, ma così facendo ha conferito all'immagine un'incredibile forza visiva. Newman ha fatto da pioniere nello sviluppo del "ritratto ambientato" , uno stile nel quale la cornice è essenziale: l'artista nel suo studio; il politico nel suo ufficio o davanti a un edificio governativo; lo scienziato nel suo laboratorio. "Le persone esistono nello spazio", dice Arnold Newman, che mette assieme due delle maggiori tradizioni della fotografia americana: il ritratto di studio e la foto documentaria. Nato a New York il 3 marzo 1918, Newman cominciò a fotografare a Filadelfia all'età di vent'anni. La Depressione degli anni Trenta fu un periodo duro e difficile negli Stati Uniti - anche per i suoi genitori che videro la loro attività inabissarsi. Nonostante ciò, Arnold Newman ebbe rapidamente successo e negli anni Quaranta aprì il suo studio a New York. Fu successivamente scoperto dallo storico della fotografia Beaumont Newhall e dal fotografo, proprietario di una galleria ed editore, Alfred Stieglitz. I suoi lavori furono dapprima esposti alla
A.D. Gallery, e il Museum of Modern Art di New York acquistò la prima delle sue
fotografie. L'incontro con Beaumont Newhall e Stieglitz catapultò Arnold Newman nel cuore
degli eventi, ottenne importanti riconoscimenti e cominciò a lavorare per riviste di moda
e di viaggio. Newman diventò una delle figure leggendarie della rivista LIFE, autore di
reportage di qualità nei quali i suoi ritratti in esterni riuscivano a catturare non solo
la personalità dei modelli ma lo Nel catalogo che ha accompagnato una importante esposizione svoltasi a Palazzo Magnani a Reggio Emilia, Pierre Borhan osserva che "è degno di nota che nella maggior parte delle sue opere, in cui l'interiorità del modello è inseparabile dal suo posto nella storia, Newman sarebbe riuscito a dare espressione visuale a un conciso e penetrante giudizio, o significato, e che questo giudizio, in virtù delle sue qualità artistiche, sarebbe stato convincente. Ecco perché, sebbene la maggior parte delle sue fotografie siano state commissionate dalla stampa, Newman è un maestro del ritratto." |