Schema di ingranditore
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Quando si è
ottenuto il negativo, si è già pervenuti ad un buon punto del lavoro fotografico, ma il
risultato finale è la copia.
Questa viene ottenuta generalmente mediante un ingranditore dotato di adatto obiettivo.
Più la sua focale aumenta meno ingrandita appare l'immagine a parità di distanza di
proiezione. Ma la focale non può essere inferiore alla diagonale del formato da
ingrandire per non avere degradazione dell'immagine ai bordi.
Il negativo viene inserito nell'apposito vano portanegativi dell'ingranditore e
posizionato correttamente.
Quindi si regola l'ingrandimento desiderato agendo sull'apposita manopola che fa salire o
scendere il corpo dell'ingranditore lungo la colonna di sostegno, e si mette a fuoco
ruotando una seconda manopola che allontana o avvicina l'obiettivo al negativo. Negli
ingranditori più recenti però questa operazione non è necessaria dal momento che la
messa a fuoco viene regolata in modo automatico.
Ovviamente non si può operare in piena luce perché la carta sensibile si velerebbe: è
necessario ricorrere ad una apposita luce di sicurezza, generalmente giallo-verde, non
troppo forte nè troppo vicina al piano di lavoro.
Si sceglie quindi la carta in funzione della gradazione del negativo da stampare:
un fotogramma morbido richiede una carta dura e viceversa. La scelta più appropriata non
è sempre facile, specialmente le prime volte: per essere sicuri della scelta, si possono
fare inizialmente delle prove con diversi tipi di carta e scegliere poi quella che ha dato
i migliori risultati.
Per posizionare esattamente la carta sotto
all'ingranditore, è necessario proiettare il fotogramma sul piano di base, interponendo
però il filtro rosso inattinico di cui ogni apparecchio da stampa è dotato sul fascio di
luce, in modo da non impressionare la carta.
Per mantenere il foglio perfettamente piano esistono, a livello dilettantistico, due
sistemi: il marginatore, che produce la caratteristica cornicie bianca sulla stampa, e gli
angolari magnetici che, spinti contro gli angoli della carta, ne mantengono ben fermi i
bordi espletando una leggera "azione-molla"; in questo secondo caso si ottengono
stampe senza margini bianchi.
Determinata la giusta esposizione con delle prove (l'esposizione corretta è quella che
fornisce la stampa migliore dopo uno sviluppo di durata ottimale, generalmente 2 min.) si
procede al trattamento della copia. |
Sviluppo delle stampe |
La carta
esposta viene immersa rapidamente nello sviluppo, in modo che il bagno ricopra tutta la
superficie sensibile, altrimenti le zone che vengono bagnate in un secondo tempo
risulteranno sottosviluppate; si avrà quindi una non uniformità delio sviluppo.
Il tempo di sviluppo ottimale per la stragrande maggioranza dei rivelatori è dì due
minuti; dopo questo periodo, durante il quale la copia è stata agitata continuamente con
le apposite pinzette, o con le dita, per stampe superiori al 24x30 cm., l'immagine è
perfettamente formata, cioè ben definita nelle luci e nelle ombre e, come si dice,
brillante (a patto di aver esposto correttamente e di aver usato la giusta gradazione di
carta).
Si preleva allora la stampa dal bagno e, dopo un
breve sgocciolamento, la si immerge nel bagno di arresto e, dopo 30 sec., in quello di
fissaggio entro il quale dovrà restare per circa 5 min., ammesso che la soluzione sia
fresca.
Nel caso vengano trattate più stampe contemporaneamente, bisogna fare attenzione che non
aderiscano tra di loro impedendo al fissaggio di espletare la sua azione; una agitazione
adeguata annulla il problema.
Si passa quindi al lavaggio che deve durare una trentina di minuti o più secondo che si
tratti di carta o di cartoncino, ammesso che il lavaggio venga eseguito in acqua corrente.
A proposito del bagno di arresto che serve per arrestare appunto l'azione dello sviluppo
c'è da aggiungere che se ne può anche fare a meno, magari allungando i tempi del
successivo fissaggio. |
Rullatura |
Sebbene
la smaltatura delle carte sia in disuso, soppiantata dalle carte autosmaltanti che
permettono di ottenere un buon risultato più rapidamente, chi vuole ottenere il massimo
dalle proprie immagini in binaconero deve usare le più tradizionali carte baritate.
Se essicccate normalmente all'aria esse permettono di ottenere una superficie matt o
semimatt. Se invece si vuole ottenere una smaltatura lucida non resta che usare una
smaltatrice.
Di solito si opera a caldo: la stampa viene disposta sulla piastra cromata della
smaltatrice (preventivamente sciacquata e pulita con un po' d'alcool), e poi rullata con
movimenti sempre nello stesso verso per eliminare l'eccesso d'acqua.
Qualora la smaltatura non risultasse perfetta, conviene lasciare la copia per circa un
minuto in un bagno di emolliente prima di applicarla alla piastra.
Il riscaldamento prodotto dalle resistenze della smaltatrice accelera il processo di
essiccazione e di smaltatura: il calore fa staccare la copia da sola con un crepitio
caratteristico; si ottiene così una superficie di grande lucentezza.
Di tanto in tanto è bene lavare la tela della smaltatrice, perché potrebbe macchiare il
dorso delle stampe o, ciò che è peggio, l'immagine stessa nel caso di carte matt.
Una tentazione a cui bisogna resistere è quella di alzare gli angoli delle stampe che si
stanno smaltando e che cominciano per primi a staccarsi: nel migliore dei casi si ha una
smaltatura imperfetta; nel peggiore la carta si strappa e la parte ancora aderente alla
piastra non si stacca più completamente. (adattato da
Clic) |