La prima
tappa fondamentale nella storia affascinanate della Fotografia è
stata l'invenzione della Camera Oscura, parte essenziale della
macchina fotografica. In realtà però l'uomo non ha inventato nulla,
è stato solo abile nell'imitare un "brevetto" della natura.
L'occhio umano, infatti, è costruito sullo stesso principio della
camera oscura: la lente dell'obbiettivo corrisponde al cristallino e
il foro di entrata della luce alla pupilla, al di là della quale si
trova la camera oscura dell'occhio, sul cui fondo vi è la rètina,
dove si proiettano, rovesciate, le immagini del mondo esterno. Noi
vediamo le immagini dritte perché il nostro cervello con un
procedimento incredibilmente affascinante e complicato le raddrizza.
Indistintamente
tutti gli apparecchi fotografici, anche i piu' moderni, sono formati
da una piccola camera oscura, che sfrutta quello che è uno dei piu'
elementari fenomeni dell'ottica.
L'effetto "camera oscura" si nota a volte,
durante le ore piu' luminose dell'estate, al chiuso di stanze nelle
quali la luce filtra attraverso le persiane e proietta, capovolte sul
muro o sul soffitto, le immagini della strada. Questo è il principio
fondamentale della camera oscura.
Sembra che il primo ad averla concepita sia stato Aristotele,
addirittura nel IV secolo a.C. allo scopo di osservare un'eclissi di
sole. Nel 1039 l'erudito arabo Alhazan Ibn Al-Haitham la usò anche
lui per osservare un'eclisse.
Nel 1515 Leonardo da Vinci, studiando la riflessione della luce
sulle superfici sferiche descrisse una camera oscura che chiamò
Oculus Artificialis (occhio artificiale). Un apparecchio del genere,
anche stavolta usato per studiare l'eclissi solare del 24 gennaio
1544, fu illustrato pure dallo scìenziato olandese Rainer Geinma
Frisius.
Un
disegno dell'olandese Rainer Geinma Frisius raffigurante il
principio secondo il quale funziona una camera oscura. Risale al
1544.
Ma la "camera oscura" venne utilizzata soprattutto
dagli artisti del Rinascimento per proiettare, su pareti o su tele,
immagini che servivano da falsariga per realizzare un disegno o un
dipinto. Si sa ad esempio che Raffaello ne fece ampio uso e con lui
tutti quegli artisti che avevano necessità di riprodurre ampie
prospettive con un fedele disegno dei paesaggi.
Nel 1550 il
filosofo e fisico pavese Girolamo Cardano ottenne un'immagine più
nitida applicando al forellino anteriore della "camera
oscura" una lente convessa, antenata dell'obiettivo fotografico.
Tre anni dopo, il fisico napoletano Giambattista Della Porta
descrisse, nel suo Libro Magía naturalis, un apparecchio con lente e
con specchio riflettore per il raddrizzamento dell'immagine sul piano
orizzontale superiore, costituito da un vetro smerigliato. E' il
principio dei moderni, apparecchi reflex. (Giambattista Della Porta
previde anche l'uso e l'evoluzione della "lanterna magica",
antenata del proiettore cinematografico). Non bisogna poi dimenticare
il veneziano Daniele Barbaro, ìl quale nel libro "La pratica
della prospettiva", pubblicato nel 1568, descrive una "comera
oscura" munita di lente biconvessa, utile per il disegno
prospettico.
Come si
vede, gli studiosi italiani del Rinascimento contribuirono in modo
notevole a porre i fondamento ottici della moderna fotografia. Nel
Seicento divenne frequente l'uso della camera obscura portabilis: una
scatola con una lente da una parte (per l'entrata della luce) ed uno
schermo di vetro smerigliato dall'altra, cosicchè l'immagine poteva
essere vista dall'esterno della camera. Nel 1620 Giovanni Keplero
usava una specie di tenda da campo come 'camera obscura'. Una lente ed
uno specchio sulla sommità della tenda rinviavano l'immagine su un
piano all'interno. Keplero poteva così effettuare i suoi rilievi
tipografici.
Gli artisti del seicento
facevano uso della camera obscura (come veniva allora chiamata) non
soltanto per i ritratti ma anche per disegnare paesaggi.
Una
camera oscura gigante fu costruita per tale uso nel 1646 ad Amsterdam
dall'olandese Athanasius Kircher. Le dimesioni erano tali che il
disegnatore (ed eventualmente un suo aiutante) poteva entrare
all'interno della camera oscura. Su una parete un piccolo buco
consentiva alla luce di passare andando a riprodurre il paesaggio
esterno sulla parete opposta. Il disegnatore in piedi tracciava su un
grande foglio steso sulla parete i tratti del paesaggio. Il disegno
veniva poi completato nello studio dell'artista. Kircker intuì anche
che il fenomeno poteva avvenire anche al contrario in proiezione ed
ideò la cosiddetta 'lanterna magica' un proiettore di disegni che fu
l'antenato dei proiettori cinematografici moderni.
1646
Amsterdam. L'inventore della 'lanterna magica' Athanasius Kircher
costruisce questa enorme camera oscura per ritrarre i paesaggi.
Una
camera oscura reflex da disegno degli inizi dell'800. Lo specchio
interno deviava la proiezione di 45 gradi verso la parte superiore,
dove veniva steso il foglio da disegno. E' lo stesso principio in
base al quale funzionano oggi le moderne macchine fotografiche
reflex.
Finalmente,
nel 1685, il tedesco Johann Zahn realizzava una "camera
oscura" a reflex che perfezionava quella descritta da Della
Porta. Aveva nell'interno uno specchio, collocato a 45 gradi rispetto
alla lente dell'apertura, che rifletteva l'immagine su un vetro opaco.
Ponendo un foglio da disegno sul vetro, era possibile disegnare
l'immagine così proiettata, ricalcandone i contorni visibili in
trasparenza. Zahn costruì in seguito una macchina più piccola e di
uso meno complicato, trasportabile ovunque. Uno strumento di grande
ausilio per disegnatori tecnici e pittori che continuò ad essere
usato per almeno due secoli. Esso si basava sullo stesso identico
principio grazie al quale funzionano oggi le moderne fotocamere
reflex. In queste ultime lo specchio è stato sostituito da un
pentaprispa di cristallo.
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La meravigliosa storia
della Fotografia 2