Il lavoro di Gabriele
Basilico (Milano, 1944) è oggi uno dei nodi centrali intorno al quale si sviluppano a
livello internazionale il dibattito e la ricerca fotografica che hanno per oggetto di
analisi la città e il paesaggio contemporaneo nel suo passaggio dall'era dell'industria a
quella postindustriale. Gabriele Basilico è impegnato da oltre 20 anni in un articolato
lavoro di lettura e interpretazione della complessità di questa trasformazione in Europa
attraverso personali progetti di ricerca e un numero considerevole di incarichi pubblici e
istituzionali.
La sua ricerca prende avvio
con la serie Milano, ritratti di fabbriche (un'analisi sulla periferia ex industriale di
Milano realizzata tra il 1978 e il 1980). In seguito, dopo la sua partecipazione alla
Mission Photographique de la D.A.T.A.R. (Delegation à l'Amenagement du Territoire et à
l'Action Regionale), la più vasta e articolata campagna fotografica europea di tutto il
secolo, paragonabile per importanza storica alle campagne della Farm Security
Administration americana, organizzata dal governo francese dal 1983 al 1988. Il suo lavoro
si è svolto poi in svariate città d'Europa.
Tra le diverse esperienze,
oltre a Bord de mer, viaggio lungo la costa del nord della Francia, svolto appunto per la
missione del governo francese (1984-85), il lavoro Porti di mare (1982-88), e la campagna
fotografica su Beirut (1991), realizzata alla fine di una lunga guerra insieme ad alcuni
grandi protagonisti della fotografia come Robert Frank. Josef Koudelka e Raymond Depardon.
Dalla metà degli anni '80, nel contesto del sempre più crescente interesse per la
trasformazione del paesaggio, Basilico si pone il problema della difficile comprensione e
della possibile interpretazione del nuovo aspetto che l'habitat umano sta via via
assumendo nel duplice ruolo di fotografo e tenta attraverso la fotografia una possibile
ricomposizione del problema sia in chiave concettuale che estetica.
Significativi a questo
proposito, un nuovo lavoro su Milano, la città in cui Gabriele Basilico è nato vive e
lavora, The Interrupted City (1996) e il progetto su sei percorsi paralleli da una città
all'altra, in sei zone diverse dell'Italia Sezioni del paesaggio italiano (1996), lavoro
concepito con Stefano Boeri per la VI mostra di Architettura della Biennale di Venezia
occasione in cui gli venne assegnato l'Osella d'Oro 1996). Il tema dell'identità della
città tra preesistenza storica e sviluppo contemporaneo, tra distruzione e ricostruzione
post bellica, tra utopia urbanistica e cantiere per il futuro, è, tra gli altri, ben
rappresentato dal lavoro sulla città di Berlino del 2000, ottenuto con una borsa della
DAAD (Deutscher Akademischer Austausch Dienst).